Quando la passione si trasforma in professione 

Ovvero come invertire l’ordine dei fattori … cambiando il risultato

Spesso si sente dibattere sul cambiamento dello stile di vita come lo Shangri-La di qualsiasi professionista, manager o imprenditore.

Chi sogna di vivere in barca a vela, chi in una baita in montagna o i più minimalisti (e trasgressivi) in un chiringuito su una spiaggia caraibica.

Noi abbiamo optato per un canyon, un fiume e un bosco.

Camp Fire nel bosco
Camp fire la sera presso la Foresta INmind

Ma, francamente, non pensiamo che si tratti di un cambiamento quanto di un’evoluzione. Perché nel tuo profondo continuerai sempre a essere un professionista, manager o imprenditore.

Si tratta infatti un percorso evolutivo, non semplice, il cui momento critico non è diviso in mesi, anni o settimane ma -paradossalmente- in una dimensione riconducibile a una misera frazione di secondo. Quell’attimo specifico – che resterà evidenziato in giallo fosforescente per il resto della tua vita – nel quale hai processato la tua decisione.

La buona notizia è che dopo devi semplicemente fare quello che hai fatto per anni: pianificare, fare, verificare, adattare.

Canyon Park è il risultato di questo processo evolutivo, un polo di attrazione di amici che hanno deciso, in momenti e modi assai differenti, di vivere delle proprie passioni.

Quelli più esagitati si crogiolano di vivere e gestire attività finalmente con un casco in testa e un brivido sotto la pelle. I più riflessivi creano armonia nel bosco nelle sue varie forme, trasformando il caos in bellezza. Poi ci sono gli artistici, i tecnologici e gli ideatori, insomma una mix di amici che ha la soddisfazione di fare ciò che ama senza rinnegare nella maniera più assoluta il proprio percorso. Anzi, lo mette in gioco.

Kayak sul fiume
Alcune attività outdoor che pratichiamo

Tornano infatti utili gli strumenti che hai usato per anni. Le amicizie dell’università che ricoprono ruoli sinergici, l’amico che vive all’estero e conosce “un tale che” oltre alle conoscenze specifiche di alcuni tool che si rivelano innovativi per il settore che hai scelto perché prima nessuno ci era arrivato. 

Aver avuto capi stronzi ti fa essere un leader migliore. Aver sollecitato pagamenti per anni ti fa essere un ottimo pagatore. Aver lavorato con lo stress da risultato ti fa capire quanto sia importante un ambiente dove il divertimento sia alla base di tutto e per tutti, non solo per chi lo visita.

I ragazzi e ragazze che lavorano a Canyon Park ne sono l’esempio. Fanno viaggi insieme, spesso vengono organizzate uscite impavide anche con “the boss” come chiamano uno di noi, le cene e serate si sprecano. Hanno un’autonomia decisionale molto ampia e perfino alcuni di loro, cambiato lavoro, trascorrono le ferie lavorando part-time al parco. Riusciamo ad attrarre talenti e indossano spesso e volentieri le divise di Canyon Park nella vita comune “perché è figo”. Soprattutto chi ama certe discipline le pratica anche senza visitatori paganti. Le fa per il proprio piacere, sia esso yoga, SUP, arrampicata o altro.

Sessioni yoga sull’acqua

Non esiste più un confine netto tra passione e professione.

Vivere nella Natura (noi la scriviamo sempre con la N maiuscola per gratitudine) ti permette di pensare, di rallentare i ritmi ed essere creativo. Quindi di innovare e osare.

Molte delle attività del parco non sono riscontrabili altrove in Italia, ma soprattutto la modalità nella quale ci vogliamo presentare, al limite dell’ortodossia, con un mix perverso di zero compromessi sulla sostenibilità e impiego della tecnologia. Armonia e sostanza. Rigore e innovazione.

Insomma siamo anche zen, ma con una LAN e wi-fi alimentati esclusivamente a energia solare che diamine.

Quello che notiamo risultare particolarmente attraente è infatti questo mix di natura incontaminata, esperienze immersive e emozionali ma che danno l’impressione di essere promosse, organizzate e gestite da un ingegnere Svizzero affetto da una qualche forma di ossessione del controllo. L’anima INmind del parco, quella più riflessiva e olistica, spesso lo riconduce al giusto equilibrio, non senza difficoltà. 

Da tutto questo non poteva che nascere TBiO.

il progetto Team Building in Outdoor ha un proprio sito, linguaggio e stile

Approdare a un progetto come Team Building in Outdoor è infatti un ritorno.

Per quanto possa sembrare paradossale, ti mancano le dinamiche di gruppo, le sfide professionali e il confronto tipico di un ambiente aziendale. L’essere al passo con il nuovo.

Ci è quindi venuto naturale condividere quello che abbiamo creato con persone di cui capiamo le esigenze e aspettative, con le quali parliamo un linguaggio comune. 

Insomma che sia passione o professione alla fine non conta. Quello che è importante è che il risultato finale è cambiato.

Finché l’ingegnere svizzero viene domato ovvio.

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