Venezuela, il paradiso perduto

Non parleremo di Guaidò. E nemmeno di Maduro.

Ma più semplicemente di quello che vi sta nel mezzo: il Venezuela, un paese la cui bellezza meriterebbe essere la notizia di apertura di qualsiasi notiziario, senza bandiere e ideologie sullo sfondo.

Niente è ordinario in Venezuela, un paese che vive di estremi. Le montagne superano i 5.000 metri, il mare ogni immaginazione e tutto il resto è centinaia di chilometri di foreste o pianure senza alcuna interruzione. Vi si trovano le cascate più alte del mondo e ogni tanto tribù che non hanno mai incontrato la “civiltà”. Parchi nazionali grandi come il Belgio e spiagge ai piedi di montagne che tolgono il respiro.

Grande circa tre volte l’Italia il Venezuela vede derivare molto probabilmente il suo nome da “piccola Venezia” in quanto Amerigo Vespucci nel 1498, quando vi arrivò, trovò una forte somiglianza tra le palafitte del golfo di Maracaibo e gli edifici ben più pomposi della Serenissima.

Poi ci sono i venezolani. Un popolo che mantiene tuttora le differenze etniche declinate a livello sociale con gli europei (italiani, spagnoli e tedeschi in primis) e gli immancabili e operosi cinesi che si sono aggiunti agli amerindi e meticci.

Ma quello che rende unico questo paese è la diversità, le dimensioni e la potenza che trasmette un paesaggio che riesce a mantenere –nonostante le miniere e i pozzi petroliferi- un’atmosfera da paese di frontiera. Dove la natura ancora domina, ed è bene ricordarlo.

Gli stati Amazonas e Bolivar i più grandi e sul versante sud al confine con il Brasile ospitano degli ecosistemi unici. Dalle foreste pluviali alle sperdute distese di savana punteggiate dai Tepui, le montagne piatte che hanno sviluppato habitat nella parte superiore completamente distinti da quanto si trova alla base. Sir Arthur C. Doyle ha ambientato “il Paradiso Perduto” sul più maestoso di questi: il Roraima. Per arrivare al vertice (2.810 m) è necessario farsi accompagnare da un guida Pemòn o non sarà mai possibile trovale l’unico varco per scendere alla base.

Soffermarsi sul bordo di questo dirupo, con una vista sull’infinito, può valere una vita intera.

Il Roraima senza nuvole

La vista sulla savana toglie il fiato. Boschi fitti si intervallano con cumuli che scaricano la loro rabbia in distanza, uno qua e uno là con in mezzo il sole che arde. Le cascate sono impetuose, oppure talmente alte che non arrivano nemmeno a terra trasformandosi in un arcobaleno. I fiumi sono scuri, spesso minacciosi e la strada che attraversa il parco è solo una, la Troncal. Fuori da questa striscia d’asfalto cessa il dominio dell’uomo, fatta eccezione per i cercatori d’oro, spesso abusivi, che incontri in qualche bettola sperduta con l’aria di chi finalmente si sente al centro del mondo.

Tepuy Roraima, estado Bolivar- il trekking di avvicinamento è di 2/3 giorni
Gran Sabana – Estado Bolivar

In Venezuela niente è ordinario. Merida, incastonata tra vette della cordigliera andina tutte più alte del Monte Bianco, si vanta di avere uno dei climi migliori al mondo: “19C di temperatura media annua” recitavano i cartelli con un certo vezzo. La sera paille, il giorno maglietta, cosa c’è di meglio? Gli assembramenti di pentecostali con un megafono che annuncia l’apocalisse danno colore a questa città, base di partenza per le escursioni in quota con una funivia (la più alta del mondo) a piedi o anche con i muli.

Teleferico di Mukumbarì – Merida, Pico Espejo

Ogni angolo del paese ha la sua fetta di originalità. Los llanos, distese di terra e acquitrini dove tutto, proprio tutto, è determinato dal ciclo delle piogge, una versione molto umida dei cowboy americani per intenderci. Il mare con le isole iconiche di Los Roques o il più grande parco nazionale marino in Sud America, Mochima, 95.000 ettari color cobalto.  Anche la turistica e indaffarata Isla di Margarita riesce a regalare scorci che ti proiettano fuori da questo mondo e chissà quanti infiniti angoli non visitati meritano essere vissuti.

Los Llanos – un’estensione pari a quella dell’Italia
Los Roques

Ma tutto questo stride con la realtà di un paese piegato su sé stesso con un popolo allo stremo e che si trova al centro di un gioco più grande delle sue distese senza confini.

Il Venezuela è “altro” e, per un attimo, abbiamo voluto ricordarlo.

Sulla vetta del Roraima
In Venezuela si trovano le cascate più alte del mondo
Gran Sabana

Non essendo visitabile il paese dal punto di vista turistico non includiamo link di viaggio. Speriamo di farlo e presto e magari di tornare su quel dirupo.

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