Pranayama e Sblindo Raz protagonisti alla Yoga Forest

In occasione dei workshop che avranno luogo in Aprile nella Yoga Forest, l’area dedicata alle sessioni Yoga e discipline olistiche presso la Foresta di Canyon Park, parliamo di Pranayama e Sblindo Raz, l’insegnante ospite per la tre giorni nei nostri boschi!

Innanzitutto, una domanda che tutti ti faranno, Angelo: perché Sblindo Raz?

In realtà non c’è un gran motivo sotto … anni fa quando feci la prima mail cercai un nome diverso da quello personale. Chiesi a un amico: ”ma che nome metto?” E lui: ”e che ne sò metti …il coso, il come si chiama, il sbarabauz, il trincis, insomma una di quelle parole che dici quando non ti ricordi la parola giusta…lo Sblindo!! Ecco suona bene!!”. Raz invece è un po’ l’ abbreviazione del mio vero cognome.

Sblindo Raz presso la Yoga Forest

Quando ti sei avvicinato per la prima volta alle tecniche di Pranayama?

La mia storia come praticante yoga è un po’ atipica … di solito ci si avvicina alla pratica con gli Asana e poi successivamente si studiano le tecniche di pranayama. Per me è stato il contrario… Frequentando un corso presso la Apnea Academy di Pelizzari ho iniziato a studiare le tecniche di pranayama. Gli apneisti sono molto preparati in questo campo e abbinano intelligentemente le conoscenze Yogiche con gli studi sul comportamento dell uomo sott’acqua.

A oggi vado sott’acqua raramente ma continuo a studiare il pranayama nella mia pratica quotidiana. Gli Asana senza  l’ausilio del pranayama…sono solo ginnastica, respirare correttamente durante la pratica “fisica” che sia statica o dinamica è un Pranayama fondamentale!

Che cos’è il Pranayama?

È il quarto ramo dell’ “albero”dell’Ashtanga Yoga di Patañjali. Potremo a grandi linee definirlo come “la tecnologia per lo studio è il controllo volontario del prana “.

Chiamarlo “tecniche di respirazione “ è sbagliato! Ad esempio quelle le fanno anche in camera iperbarica e nei reparti di otorinolaringoiatria … ma non stanno facendo pranayama! Il pranayama mi piace spesso ricordare agli studenti …non a caso è a metà strada nel “albero”dello yoga tra i rami fisici (yama, niyama, asana) e quelli sottili (, pratyahara, dharana, dhyana e samadhi).

I rami sottili non si possono praticare…ma “accadono” se pratichi quelli precedenti! Come dire se pratichi con impegno Yama, niyama, asana, pranayama…magari iniziano ad accadere anche gli altri…

Come funziona e su quali aspetti incide?

Essendo una “tecnologia “ va prima di tutto studiata! Ma questo non basta. Vyasa diceva: ”solo con lo yoga si capisce lo yoga” Quindi il pranayama va sopratutto praticato con costanza e abbinato agli altri aspetti del percorso yogico.

Si inizia con semplici esercizi per sensibilizzare l’uso del respiro nelle fasi di inspiro ed espiro…per poi arrivare anche a esercizi complessi fatti in apnea (kumbaka) con delle sovrapressioni energetiche indotte da particolari attivazioni muscolari interne.

E’ adatto anche chi non l’ha mai praticato?

Assolutamente si! ”chi può respirare può praticare yoga” così diceva T.K.V.Desikachar! Anzi ti dirò di più il Pranayama è praticabile da subito anche in chi ha gravi problematiche fisiche di mobilità , temporanee o permanenti.

Riprendere contatto e sensibilizzare volontariamente il respiro vuol dire tornare nella nostra intimità, vuol dire trovare un rifugio di pace e tranquillità dove rallentare e rigenerarsi. Vuol dire concentrarsi sul momento presente, sul “qui e ora”, vuol dire praticare ciò che ti chiede appunto lo yoga :”la presenza in questo preciso istante”.

Oggi viviamo a 1000…siamo tutti 2.0 anzi conosco persone che sono ormai 6.0!

Nel mentre che si lava i denti alcune persone riescono a fare la lavatrice e il letto, mandare 3 mail e giocare con il figlio!! Ma in realtà sta facendo “male” ogni singola azione.

Prendiamoci 10 minuti ogni tanto…fermiamoci…respiriamo o osserviamoci mentre lo facciamo. Questo è il primo Pranayama!

Non servono libri, insegnanti, centri ecc, serviamo noi e basta!,

Perché fare Pranayama?

Perché come ho detto prima gli asana senza Pranayama sono solo ginnastica!

Per un praticante yogico e’ fondamentale studiare e approfondire l’uso del respiro durante l esecuzione degli asana come primo passo e poi successivamente iniziare delle specifiche pratiche di Pranayama.Le due cose possono tranquillamente convivere all’interno della stessa pratica…ad esempio sarebbe un ottima routine terminare la propria pratica fisica con una ventina di minuti di Pranayama in posizione seduta.

Purtroppo però’ noto sempre piu’ che nello yoga contemporaneo il Pranayama è spesso inesistente all’interno delle classi, si parla troppo e si pratica troppo solo asana…asana asana e ancora asana…si parla tanto di vinyasa, vinyasa flow stili dinamici morbidi in cui si fonde respiro e movimento, ma in realtà quello che posso constatare è che tanti praticanti non sanno respirare.

Tutti vogliono provare a fare pincha mayurasana ma pochi sanno respirare con ”cintura addominale controllata” durante la pratica.

Lo so sedersi chiudere gli occhi e mettersi a provare e studiare i Pranayama non è divertente e appagante come fluttuare in  un jump back o flettersi come giunchi in kapotasana, ma il cammino dello yogi deve sempre avere un po’ di “Tapas” un po’ di sforzo utile a tenerci nella giusta strada. Se proprio non ci piace il Pranayama usiamolo come il nostro tapas e potremo scoprirne delle belle!!!

Esistono dei contesti “ideali” nei quali i benefici della pratica vengono amplificati?

Assolutamente si. Il prana non è ossigeno anche se può da esso essere veicolato. Ha un concetto più legato alla ionizzazione con carica positiva o negativa. Ad esempio a milano dopo due mesi che non piove fai un po’ fatica a trovare “prana” decente!

Cosa decisamente diversa se fai un salto da noi in Sardegna durante una mareggiata sulla costa ovest. Gli ambienti naturali incontaminati sono molto più carichi di prana rispetto alle aree metropolitane. Stessa cosa vale per il prana che prendiamo dai cibi, quelli di origine biologica ne hanno di più degli altri.

Gli ambienti vivi, assolati, con movimenti di grandi masse d’acqua ,con presenza di tanti alberi e piante sono sicuramente i posti migliori per ricaricarsi di energia vitale…sono i posti migliori dove posso praticare il Pranayama … sono spesso posti dove non c’è wi-fi e il telefono non prende…ma la “connessione” quella vera…quella con la nostra madre natura e’nettamente più forte.

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